Aggiornamenti dal Perù
In questi primi giorni di ferie estive sentiamo la necessità di condividere con tutti voi amici la nostra preoccupazione per la situazione in Perù.
Come vi abbiamo detto nelle nostre ultime comunicazioni, il Perù si trova in una situazione gravissima in quanto secondo paese del Sud America e settimo mondiale per contagi Covid (483.000 al 10 agosto), con circa 4000 nuovi casi al giorno, nonostante sia stato il primo ad attivare il lockdown.
I numeri continuano a crescere e la quantità di popolazione e lavoro informale impediscono un reale controllo della diffusione. Come se non bastasse dalla prima settimana di chiusura del paese la situazione economica è in continuo declino con i prezzi dei beni primari schizzati alle stelle.
Noi siamo in costante comunicazione con il Caef per avere notizie loro e delle comunità con cui lavoriamo solitamente e purtroppo la loro testimonianza non fa che incrementare il nostro senso di impotenza e di sconforto per la situazione attuale.
Dalle parole di Judith e Maria Josè, traspare la stanchezza e la rabbia verso un paese che non fa altro che aumentare le differenze sociali ed economiche, che non si cura della sua gente.
Al Caef quotidianamente bussano alla porta tante famiglie alla ricerca di qualcosa da mangiare e vestiti per sopravvivere all’inverno che quest’anno si sta rivelando più duro del solito.
La disperazione della gente è palpabile e si ritrova nelle lacrime degli operatori del centro; la gente sta morendo per strada, chi di Covid, chi di fame.
Lo Stato non sta facendo nulla.
Chiunque al Caef ha amici o parenti malati o deceduti di Covid, tra gli stessi familiari dei bambini ci sono casi positivi, ma nessuno di loro può permettersi un ricovero o delle cure visti i costi esorbitanti degli ospedali, circa 55.000 soles per il ricovero e 5.000 per una bombola di ossigeno (considerando lo stipendio base di 800 soles circa).
I dispositivi di protezione individuali sono quasi introvabili e la singola mascherina usa e getta costa intorno ai 25 soles.
Con queste premesse ci siamo visti costretti ad aumentare gli aiuti economici al Caef per cercare di raggiungere anche la popolazione in cerca di aiuto e ad effettuare i test a tutti gli abitanti della casa, bambini, educatori di turno e fuori turno inclusi per provare ad arginare la possibilità di casi interni.
Nonostante l'equipe abbia rispettato le norme di sicurezza, la quarantena nei periodi di riposo e il non contatto con persone risultate positive, durante i test sierologici fatti abbiamo avuto il risultato di alcuni positivi, in particolare un lavoratore e tre bambini.
Dopo questo risultato le precauzioni all’interno della casa sono aumentate, i bambini, che già stavano vivendo divisi per gruppi, hanno subito ulteriori restrizioni di autonomia per facilitare l’isolamento dei singoli entrati a contatto con gli attuali positivi.
Fortunatamente nessuno dei casi presenta sintomi e quindi possibile abbiano contratto il virus in forma molto lieve oppure essere dei “falsi positivi”, motivo per cui finché tutti in casi non risulteranno negativi continueremo ad effettuare i test con cadenza bisettimanale (non avendo la possibilità di effettuare tamponi).
Tutto questo ovviamente si somma al dolore di bambini e ragazzini privati della loro quotidianità da ormai cinque mesi e con i quali non si riesce a lavorare come meriterebbero dal punto di vista fisico, emozionale e psicologico per colpa anche della mancanza di vere e proprie sedute e incontri con i bambini per carenza di personale visti i turni da due settimane consecutive che stanno facendo gli operatori.
Con il campo di volontariato di agosto annullato e con il "campo a distanza”, che avevano organizzato alcuni dei nostri volontari, posticipato, la nostra richiesta d’aiuto va a tutti voi, che ci conoscete e accompagnate in ogni momento.
E’ una richiesta di condivisione dell’impegno preso con il Caef anni fa, di portare avanti questo progetto e di condividere con quante più persone possibili le nostre campagne di raccolta fondi per garantire gli aiuti necessari in questo momento tanto difficile.
In particolare a diffondere la Campagna di Emergenza che abbiamo creato per sostenere le spese extra-ordinarie che stiamo avendo in questo periodo e l’E-book “Per questa pelle che mi contiene” creato da artisti sardi per noi e per il Caef.
Ogni vostro gesto per noi è la forza per continuare ad andare avanti in questa lotta, sicuri di non essere soli.
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