"Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date"
Mi piace cominciare questa breve testimonianza del mese trascorso in Perù presso il Centro de Atención y Educación a la Familia con tre interrogativi suggeritaci dalla nostra preziosa guida, Renato Colizzi.
Cosa hai fatto al C.A.E.F?
Innanzitutto al C.A.E.F un sogno apparentemente impossibile è diventato realtà. Un volontario, infatti, ha rinunciato all'ultimo e sono stata messa di fronte ad una scelta: unirmi al gruppo di volontari o accettare un'allettante proposta di lavoro? Ebbene ha prevalso il desiderio di dare gratuitamente ciò che ho sempre ricevuto: l'amore.
E' stata una prova molto dura - emotivamente - ed altrettanto faticosa fisicamente. Un mese di scombussolamenti, difficoltà, incomprensioni, adattamenti forzati, risvegli poco comodi, alimentazione sregolata, sbalzi di umore, ritmi serrati di lavoro, privazioni etc. Eppure si e' trattato di una sottrazione per condividere che alla fine moltiplica. Come spiega Leonardo Becchetti nel suo manuale, che ci ha accompagnato durante la nostra missione, intitolato Per un bene sempre più grande: "quando ci rendiamo conto che, nonostante tutto quello che possediamo, non abbiamo nulla, e condividiamo il nostro con gli altri a quel punto tutto si moltiplica ed abbiamo in abbondanza".
Al C.A.E.F ho avuto l'opportunità' di mettere in discussione le mie capacità umane e professionali, sperimentando ciò che più mi piace, ossia l'insegnamento ai bambini in un contesto disagiato. Ho sentito l'importanza dell'educazione e del ruolo della famiglia nella vita dei più piccoli ed una forte responsabilità verso quei bambini privati dell'amore e della dignità, bambini che saranno gli adulti di domani.
Che benefici hai tratto da questa esperienza?
Il Perù non è stato, però, solo dispendio di energie: il donare e ricevere amore è stato sorprendentemente reciproco. Il confronto con i 19 volontari, tutti in gamba nella loro diversità, e con gli amabili operatori peruviani, le costanti condivisioni di emozioni e sensazioni, gli spunti di riflessione mattutini, i momenti di preghiera, l'accoglienza fraterna dello staff, i lavoretti manuali nella casa e le attività con i bambini mi hanno fortificato ed arricchito allo stesso tempo.
Il primo impatto con la realtà peruviana e' stato agghiacciante, solo lacrime e sensi di colpa. Eppure è stato un valido allenamento per il cosiddetto "gioco della felicità di Polianna", che consiste nel cercare sempre il lato positivo di tutte le cose nelle difficoltà quotidiane.
Che ne farai di questo tesoro?
Il tesoro conquistato in Perú lo voglio custodire con cura dentro di me per attingervi nei momenti di riflessione sul senso della mia vita. Soprattutto, sento la necessità di condividerlo con familiari, amici e conoscenti per testimoniare questa realtà scomoda che da molti è rimossa. Infine, mi riprometto di alimentare e arricchire questo tesoro per dare continuità ed incisività sociale all'esperienza peruviana, organizzando eventi solidali e partecipando al convegno annuale. E' possibile, dunque, arricchirsi donando se stessi in maniera incondizionata.