Dia 4 - il giorno 0 agosto 2023

6.10: squilla il cellulare di Bene, Alfredo è già giù che ci aspetta. Mai un peruviano ho constatato tanto puntuale come lui. Ci prepariamo alla svelta ma quando scendo trovo già tutto il gruppo pronto con le valige per dirigerci verso il tierra puerto e finalmente percorrere l’ultimo tratto che ci conduce alla nuestra casita.

Dopo gli imbarchi saliamo sull’autobus e iniziamo un lungo viaggio di 11 ore in cui nessuno ha una gran voglia di stare. Mi siedo davanti e comincio a guardare la città che si sveglia; percorriamo le strade principali e piano piano usciamo dal centro di Lima e attraversiamo il Cono Norte; come ieri sento una stretta al cuore, un contrasto di emozioni che mi accompagnano per tutto il viaggio: la maestosità delle dune di sabbia con l’oceano e le onde che si infrangono sulla costa e dall’alta parte gli “asientamentos umanos”, comunità di persone che scendono dalla sierra e dalla selva in cerca di fortuna e occupano un tratto di terreno, insediandosi e costruendo le proprie case. Il viaggio tra Lima e Trujillo per me è sempre di estrema importanza: trascorrere ore sul bus può essere pesante ma aiuta anche entrare in contatto con le emozioni vissute a Lima e con il contesto che ci circonda. Passiamo dall’oceano al deserto, alle piantagioni di asparagi, alle piccole città. E’ un susseguirsi di colori, odori, immagini che spesso fanno a pugni con un cuore affaticato ma pieno dal desiderio di ritornare a vivere l’amore che questo paese mi regala. Nel tragitto ci regaliamo anche qualche momento di condivisione: i giochi, le chiacchiere e un karaoke improvvisato tra canzoni dei cartoni animati e vecchie canzoni che riportano alla mente ricordi che pensavo di aver dimenticato per sempre. 

Finalmente giungiamo a Trujillo, io non sto più nella pelle: mi infilo lo zaino sulle spalle e appena aprono le porte, mi lancio letteralmente giù dal bus e corro dentro dove ad aspettarci c’è Judith. Ci abbracciamo e in quel lungo abbraccio mi abbandono sentendo tutto l’amore di una madre che finalmente ha di nuovo a casa la sua famiglia. Lascio poi lo spazio agli altri e mi incuriosisce sempre vedere come i nuovi volontari si relazionano con lei.

Saliamo poi in macchina e percorriamo la strada che ci conduce in Campina dove le novità sono tantissime, come ad esempio i lampioni all’entrata e la fermata dell’autobus con i sedili e l’immagine di Apaec alle spalle. Ma non c’è il tempo di soffermarci molto perché presto siamo tutti seduti all’ingresso e le parole ci Judith ci inondano: “Sono cosciente che siamo in luglio ma per qualche miracolo che accade in questa piccola casa, abbiamo cambiato questo giorno in 0 agosto 2023”, sento la magia delle prime parole di Judith che ci da il benvenuto e il silenzio assordante di chi l’ascolta. Ascolto e mi guardo intorno e piano piano il mio cuore si allarga nel sentire le voci dei bambini pronti per lo spettacolo che ci attende. Ed è così che ci spostiamo nel patio e davanti a noi si apre un grande scenario dell’oceano. I bambini escono in gruppo e ci regalano uno spettacolo di danza, recitazione e canto. Li guardo con gli occhi carichi di commozione: alcuni son così cresciti che stento a riconoscerli, altri mi salutano da lontano con la loro manina e io rimango incantata nel vederli danzare e sorridere. Si presentano uno ad uno e così facciamo anche noi: ci alziamo uno alla volta dicendo il nostro nome che loro ripetono all’unisono. Arriva il mio turno: “io sono….”, rimango in silenzio e loro gridano: “la professora Titti/Tiziana” e lì sento che finalmente il mio cuore è pieno ed qui che voglio essere.

La sera continua con la cena, ognuno di noi viene scelto per condividere la tavola e così B. mi prende la mano e mi conduce alla mia sedia, mi subissa di domande come se mi rivedesse da un giorno e non da questi lunghi 4 anni che ci hanno separato. La conclusione della giornata è di poco conto; ora sono qui, nella mia camera di sempre, a raccontarvi come oggi il nostro calendario segna il giorno 0 di agosto 2023.

Titti (Cagliari)


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