Dia 28 - Il viaggio di ritorno

h. 7.00 (peruviane)

Hotel Estrella, Lima.

Le sveglie di Gre e Eli, circa un'ora fa, mi hanno riportata dal mondo dei sogni alla realtà. Scendiamo in perfetto orario e c'è solo Susi con i suoi bagagli, gli altri volontari arriveranno pian piano. Scruto ognuno di loro, i miei compagni di viaggio. Sono belli. Ognuno di loro è stato un tassello fondamentale del nostro puzzle, se ne fosse mancato solo uno non avremmo mai composto quel quadro meraviglioso che mi porterò a casa e che mi accompagnerà tutta la vita.

Qualcuno mangia un pan con pollo, altri un pan con palta, siamo qui, insieme e anche chi è dovuto partire prima è comunque con noi.

Aspettiamo Alfredo, il nostro autista di fiducia, che da buon peruviano si fa attendere un po' più del dovuto, e ci prepariamo alla partenza.


h.8.00 (peruviane)

Pullman di Alfredo, Lima

Ultimo viaggio in pullman, musica a tutto volume, ma non c'è la solita voglia di cantare a squarciagola. Qualcuno dorme, Simo guarda fuori dal finestrino con aria nostalgica, e lo capisco. Penso che mi mancherà sentire la frase "l'ho messa in coda", mentre creiamo la nostra playlist, la colonna sonora della nostra avventura, con cui abbiamo molestato qualsiasi autista che ci abbia accompagnato in questi posti così estranei ma così familiari.

Ultimo sguardo a Lima, questa città così contraddittoria, ultimo sguardo al Perù, e sento dentro di me EMOZIONI CONTRASTANTI, ma penso di non essere l'unica a sentirsi così.




 


h.10.00 (peruviane)

Aeropuerto Internacional Jorge Chávez, Lima

Fila per gli imbarchi internazionali, c'è un po' di ansietta perché siamo in ritardo, ma siamo tutti assieme e chiacchieriamo di tutto e di più e l'ansia si affievolisce, perché, come abbiamo capito bene in questo mese, il gruppo è la nostra forza. Poi iniziamo a cantare le canzoni imparate al campo, Ari balla e le altre la seguono, coinvolgendo anche qualche persona che aspetta il controllo dei bagagli vicino a noi e sento tanta gioia.


h.13.30 (peruviane) / h.20.30 (spagnole)

Volo internazionale Lima - Madrid

Il rientro è sempre più vicino e siamo tutti seduti in aereo.

Abbiamo pranzato, guardiamo qualche film nel piccolo schermo davanti ai nostri sedili, sorseggiamo uno degli ultimi caffè americani prima di riniziare a bere il nostro amato caffè espresso.

Penso a quante volte abbiamo desiderato in questo mese di mangiare i nostri piatti preferiti o di bere un caffè della moka e penso a quanto avremo nostalgia di riso, pollo e caffè solubile, solo per poter subito dopo avere gli abbracci dei bambini del CAEF.

Poi guardo Nena, che beve il suo caffè bollente mentre io lo faccio sfreddare, e sorrido, pensando alla fortuna di aver passato due campi con lei.


h.6.30 (spagnole)

Aeropuerto Adolfo Suárez, Madrid-Barajas

Arrivati a Madrid c'è stato il primo distacco tra noi volontari (in realtà il secondo, perché il primo è stato quello con Luca).

Scendiamo dall' aereo e ci abbracciamo forte, piangiamo, ridiamo. I milanesi hanno la coincidenza quasi subito, perciò ci imponiamo di essere brevi per non rischiare che qualcuno resti a Madrid.

In realtà ci siamo rincontrati casualmente in aeroporto almeno altre 3 volte, che alla fine non riuscivamo veramente a staccarci.

Una parte di noi parte per il nord, l'altra per il sud, veniamo da città diverse, da realtà diverse, ma c'è un filo, quello del CAEF, che ci unisce tutti, da Milano a Roma, da Palermo a Cagliari e a Torino, e niente potrà mai tagliarlo o intaccarlo in alcun modo.

La nostra avventura termina qui, a Madrid, dal momento in cui ognuno di noi sta riprendendo la sua strada.

Sono felice che nella mia strada ci siano state persone tanto speciali, sono felice di aver condiviso il mio cammino con loro, sono felice di aver, tutti insieme, regalato dei momenti di gioia a dei bambini che soffrono, di aver aiutato sempre tutti insieme, gli educatori e lo staff del CAEF, di avergli donato uno spazio di descanso, almeno per qualche ora.

Sono felice perché, ancora una volta, mi sento cambiata dall'esperienza alla Casa de Tuty, sono consapevole di quanto questo campo possa cambiare le persone e io so di essere una persona migliore.


In poche parole, per riassumere in metafora questo campo, direi che abbiamo seminato dei piccoli semini, che in questo mese hanno messo radici e sono iniziate a spuntare delle piccole piantine dal terreno fertile, ora sta a noi continuare a innaffiarle, a curarle e a prenderci cura di loro, con tutto l'amore che abbiamo, sperando di esserci di nuovo, l'anno prossimo, per un'altra meravigliosa avventura.


"Lo esencial es invisible a los ojos" (El Principito), 

Francina




 
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