Dia 25

Commozione e consolazione: Los sueños se construye juntos


Parlare di questa giornata non è facile per l’immensità delle emozioni vissute, però cercherò di trasmettervi tutta la pienezza di questo venticinquesimo día qui al Caef.

La prima persona che incontro è B. che gira per casa con le braccia aperte e fiera dice: “hoy es my cumpleaños “, e non è un compleanno qualunque ma oggi B. compie 15 anni, e qui in Perù questo momento per le ragazze è molto importante e di solito si organizza una grande festa; ovviamente anche noi abbiamo organizzato una sorpresa.


Iniziamo il momento di preghiera con la parola libertà e subito ho pensato a quanto sia forte oggi, nella nostra storia parlare e vivere liberi; però ecco che mi siedo ad un tavolo di venti persone, non qualunque, sono speciali e rappresentano una parte importante della storia del Caef. Sono i cosiddetti ex Caef, per noi ex bambini cresciuti. Ogni anno ci ritagliamo uno spazio per incontrarli e vivere un momento di condivisione con loro. Io sono visibilmente più emozionata di loro nel riabbracciarli e mi piace da morire essere coccolata, presa in giro e amata da loro. Quest’anno è stato ancora più emozionante perché dopo quasi 12 anni, ho rivisto A., che battezzai quando appena aveva un anno. Inizialmente era molto timida ma poi mi si è avvicinata e ha cominciato a chiedere della mia vita e io ho fatto lo stesso. Ha voluto scattare una foto con me in ricordo di questo momento speciale e mi son sentita pervasa da una sensazione bellissima. Ho trascorso gran parte del tempo ad osservare; la loro crescita non è solo fisica ma umana e spirituale e provo grande orgoglio per come stanno cercando di costruire il loro futuro dopo aver attraversato le loro storie e il loro dolore. E mi custodisco l’immagine della nostra foto di gruppo perché nel guardarla vedo la profondità del lavoro che questa casa fa ogni giorno.




 

Il tempo di qualche commissione ed eccoci di nuovo a casa, dove tutto è di una velocità impressionante: entra, incarta i regali, prepara i piatti di pasta per gli amici peruviani perché gustino una parte di noi, scherza, ridi e poi tieni la mano di una compagna di viaggio dopo un piccolo incidente casalingo, che in una casa di 23 bambini, 22 italiani scalmanati e dieci educatori è il minimo che possa accadere. 


Mi siedo a mangiare in cucina e gusto ogni singolo momento. Penso a quanto sia bello avere una casa come questa nella mia vita. 

Gli ex bambini sono tornati con noi e subito entrano in “modalità Caef” (come giustamente dice Simone) e aiutano i più piccoli, gli educatori e si divertono a giocare con i volontari. 


“Quanta ricchezza!”, penso, e subito il patio si riempie di persone con una gran voglia di ballare insieme. Così mi butto e finalmente, dopo 15 anni, L.C. mi insegna alcuni passi di salsa; e, anche se mi percepisco alquanto poco portata, non importa, mi sento solamente felice e decido di rimanere dentro questo momento di felicità. 


Il tempo sembra essersi fermato nuovamente che eccoci tutti seduti nei divani nella sala d’ingresso: il tanto atteso momento della despedida è arrivato. Non vi nascondo che è un momento che ho sempre amato molto perché riassume tutta la grandezza del mese di agosto; però, dopo l’anno scorso, avevo un po’ di paura. 

Invece, ogni mio singolo timore è svanito come Mary ha iniziato a parlare: “Hemos tenido un mes lleno de amor y eso impacta nuestra vida”…. così inizia a ripercorrere ogni emozione che abbiamo vissuto e tutto l’amore che ci hanno donato e che abbiamo provato a ricambiare. Mi emoziono quando mostra un piccolo quadro formato da tanti pezzi di puzzle con al centro la scritta “los sueños se construye juntos” e invita tutti i volontari a continuare a far parte di questo sogno e a sostenerlo con La Compagnia del Perù. Il quadro poi verrà appeso nel Comedor e segna l’inizio di una nuova tradizione che sostituirà quella del murale.



Poi veniamo chiamati uno per uno; ci vengono donate tante parole che colgono ciò che siamo stati in questo mese; qualcuno si commuove, qualcuno si stringe in abbracci che aiutano a vivere l’emozione di questo momento. Io mi gusto ogni parola, con dolcezza guardo ognuno di noi e provo tanta felicità nel vedere riconosciuto il lavoro ma soprattutto la generosità che tutti hanno donato in questo mese speciale.


Mary fa una pausa e quando riprende si rivolge ai “leader”: “spesso è difficile assumere il vostro ruolo, perché dovete sostenere, rimproverare, guidare. Eppure, noi siamo stati così fieri di voi, così contenti di come avete portato avanti il gruppo; siete stati la miglior squadra degli ultimi anni.” 

Io penso che l’armonia tra noi quattro sia stata palpabile e che siamo stati aiutati dalla bellezza di questo gruppo meraviglioso che ci ha sostenuto e fatto sentire parte sempre di un unico corpo. 

Le parole che Mary e Vanessa ci hanno regalato personalmente sono state intense, faccio anche fatica a ricordarle tutte; ricordo lo sguardo di Mary commosso e alcune parole come: “tu fuiste, eres y siempre serás Caef, familia… gracias por respirar juntos”. Mi lascio andare ad un abbraccio forte prima con Vanessa e poi con Mary, che mi attraversa l’anima. Non posso che sentire forte Mami in quell’abbraccio. E poi apro il mio regalo e ora indosso il bracciale con la chiave che simbolicamente rappresenta questa casa. 




 



 

Mi risiedo e mi ricompongo per il seguire degli eventi; altri riconoscimenti vengono fatti e mi emoziono tantissimo, fino a quando arriva il momento più alto della despedida: la nomina del volontario dell’anno. Mary parla a braccio di una persona che è stata tutto in questo campo: volontaria, professionista, ballerina, amica, sostegno e vita per questa casa e per tutti noi. È stato semplice individuare il nome e così che Mary dice: “el voluntario del campo 2025 es…… Arianna!”. Mi giro verso di lei che sgrana gli occhi come incapace di accettare questo riconoscimento. Invece il gruppo la guarda con amore e come per dire: “alzati, te lo sei meritato e tutti siamo felici per te!” ed è verissimo, perché Arianna è una donna bellissima fuori ma soprattutto dentro. Ha un cuore enorme e grinta da vendere. In questo mese ci ha rallegrato e sostenuto senza mai risparmiarsi e anche se pensa di non meritarlo basta ascoltare la sua prima frase con le lacrime agli occhi per capire che si sbaglia: “io mi son sentita dal primo istante a casa con i bambini, con i volontari e con tutti voi”. 

La despedida si conclude con la lettura di una pagina di diario che Judith scrisse molto tempo fa. Mary piange e noi con lei ma tutti sentiamo che questo è il modo più bello di concludere questo momento così intenso: presi per mano da Mami ancora una volta. 


Quanto è difficile riassumere l’intensità di questi momenti; anche perché la giornata è stata ancora molto lunga e ora ci troviamo di nuovo nel patio per la festa di B. giochi, danze, il soffio delle candeline. E poi i mitici Picarones cucinati da Lily e sua mamma che rendono ancor più dolce questo pomeriggio. B. è visibilmente felice, con lo sguardo sereno e commosso. Nonostante la sua timidezza, gioca e legge a voce alta una poesia che Francesco gli ha scritto dall’Italia; apre i regali un po’ frettolosamente ma perché è talmente felice di condividere con tutti questi suoi momenti, che si siede a tavola pronta per mangiare. Pollo, papas y ensalada il nostro menù. 


Questa giornata infinita (anzi scusate per la lunghezza del blog), si conclude con un’ultima condivisione: dovevamo scegliere due parole/emozioni. Io ho scelto: commozione e consolazione perché dal principio questo día 25 è stato un dono speciale, un regalo che ho accolto, scartato e amato. 


Titti, peruviana nel cuore e nell’anima da oltre 15 anni




Il giorno della cosiddetta despedida é sempre carico di emozioni molto varie: gioia consolazione, soddisfazione, pienezza, e anche tristezza, malinconia, mancanza…

La nostra giornata è iniziata, come ogni mattina, con un momento di riflessione a partire dai testi di R. Follereau. Il suo invito a mettersi in gioco per amare e mettere al centro l’amore gratuito ci ha accompagnato anche oggi.


Per noi responsabili del campo e alcuni volontari veterani oggi c’è stata l’opportunità di incontrare alcuni “ex bambini” che hanno ormai lasciato il Caef e stanno passo passo costruendo la loro vita; chi lavora, chi studia, chi ha già una famiglia. Vedere i ragazzi crescere è per noi fonte di speranza mentre per loro rappresenta la consapevolezza di avere persone che rimangono al loro fianco come sostegno e per sentire che l’amore vissuto nella Casa de Tuty rimane fedele. É in fondo immagine dell’amore di Dio.


La festa è continuata anche al pomeriggio con la despedida e con il compleanno di B.

La Despedida é il momento in cui Mary e tutta l’equipe del Caef danno un ritorno al gruppo di volontari. Viene detto qualcosa di significativo per tutti e ciascuno. Ogni volontario è “visto”, riconosciuto e gratificato per ciò che ha saputo dare ai bambini e a tutta la Casa de Tuty. É un momento carico di emozione, affetto, voci rotte, lacrime, abbracci veri… di vita piena!

Il gruppo di quest’anno è stato davvero generoso e disponibile; ha trasmesso a tutti una energia vitale molto bella. Chissà… forse proprio per la giovane età dei volontari.

La festa poi è proseguita con un animatore clown che ha intrattenuto grandi e piccini con giochi, musica e battute.


Gli auguri sono per B. che compie 15 anni! É stato molto bello verla prendersi il suo spazio, venire a prendersi il suo abbraccio di buon compleanno fin dalla prima mattina, dare forza alla sua voce… lei che solitamente sembra voler essere invisibile. Forza B.! Possa il tuo volto splendere sempre più.


Ora è tempo di saluti, di “arrivederci”. Abbraccio sapendo che si tratta di stare lontani solo per qualche mese. La responsabilità che sento mi porterà ancora qui il prossimo agosto… ci sono prime comunioni da fare, ci sono sogni da realizzare, ci sono vite da riscattare!


Alessandro sj (padrecito) Decimo campo

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