Un día color esperanza
Mi sveglio come sempre alle
6 per dare le medicine ai due fratellini, ormai è un rituale che sa di famiglia: buongiorno, ricerca della ciabatta e presi per mano scendiamo le scale mentre tutta la casa dorme ancora. Questa mattina è un poco differente, F. non mi abbraccia prima di ritornare in stanza ma mi chiede solamente: “è vero che tornate in Italia?”.
Il tanto atteso momento del ritorno incombe su di noi e non lascia indifferenti nemmeno i nostri niños. La mattina trascorre per la prima metà come sempre: attività con i grandi e gruppo di musica e poi per magia ci troviamo tutti in cerchio al campo a lado con Vanessa che dirige i giochi.
Io sono nella squadra “ansiedad”, emozione che mi piace molto e nonostante gli acciacchi degli ultimi giorni, mi do completamente al gioco senza risparmiarmi o risparmiare i miei compagni di squadra. Statue, canti, travestimenti sono gli ingredienti di una mattinata in cui l’unica regola è “ESSERE FELICI”. Posso dire che l’obiettivo è stato raggiunto pienamente.
Ed eccoci di nuovo in cerchio, questa volta si lascia spazio alla parola che cerca di sintetizzare le emozioni di questo mese; le voci sono quelle di Y. e L. il cui suono ricorda l’ingresso a questo campo 2024: “sabemos que no ha sido fácil…” son le prime parole che mi entrano dentro, “nunca es un adiós… solo el tiempo de reiniciar” continua la voce che esplode dentro di me, e poi continua L. e chiudo gli occhi perché anche se la voce non è la stessa, la sua maniera di parlare invece mi avvolge in un abbraccio che spesso ho cercato in questo mese. Ho sentito tutto l’amore, l’insegnamento e la crescita di questi anni. L. continua a parlare e finalmente elegge il volontario dell’anno… ops quest’anno sono due: Andrea ed Elisabetta!
Spesso si fa fatica ad accettare questo riconoscimento; si pensa che il lavoro degli altri non venga visto o riconosciuto. Ma non è così: ogni persona, ogni singolo gesto di ognuno di noi è entrato nella vita dei bambini ma anche degli educatori e della famiglia del Caef, questo non ha bisogno di essere sottolineato perché è talmente tangibile da sembrare quasi normale. Per me, che il premio non l’ho mai vinto, è un piacere vedere dei giovani che intessono relazioni profonde, non si stancano e non perdono mai la pazienza. Questo è un messaggio di speranza per tutto il mondo e il premio è solo un modo di dire grazie ad una relazione che è diventata significativa.
Ma non c’è il tempo di pensarci troppo che siamo a tavola con un bel piatto di pollo patate ed insalata che ci voleva proprio dopo tanto movimento.
Il pomeriggio è volato tra dediche e fotografie regalate per il proprio libro di vita; per me questo breve momento è stato molto importante perché ho potuto sedermi accanto a K., la mia figlioccia, sfogliare insieme a lei i suoi ricordi e conoscere un po’ meglio il suo mondo interiore. Con commozione ho trovato tanto affetto verso di me. Questa intimità è la stessa che poi ho ritrovato poco fa nella condivisione finale in cui il gruppo si è ri-unito e reso speciale con una parola non solo un momento della giornata ma ognuno di noi.
Ora, seduta sul mio letto, mi godo il silenzio della casa, i bambini sono qui accanto e sento forte il loro abbandonarsi ai propri sogni, sorrido e mi ricordo un altro momento della giornata vissuto coi più grandi: quando abbiamo cantato tutti insieme la canzone “color esperanza” e pensare davvero che “Pintarse la cara Color esperanza
Tentar al futuro Con el corazón”
possa aiutarci a vedere un mondo pieno di speranza!
Titti, 28.08.2024 - Cagliari/Trujillo
Ps: un ringraziamento speciale alla Cooperativa "Lo scoiattolo" per le magliette arrivate ai ragazzi della casa 🧡