Dia 24 - una giornata intensa, tanto per cambiare

Siamo quasi alla fine di questo campo ma le giornate rimangono intense nonostante la stanchezza si faccia sentire.

Oggi alcuni dei miei compagni di questo bellissimo cammino, hanno deciso di donare il sangue, partendo la mattina presto: per qualcuno era la prima volta, qualcuno ha vinto qualche timore a differenza mia, che ho deciso di non donare il mio, soprattutto a causa di un rapporto difficile con gli aghi.

Questo però mi ha dato l'opportunità di gustare ancora una volta la compagnia dei bimbi, di questi meravigliosi bambini. Ho aiutato E. con i compiti di matematica, ho giocato con lui, B., G., F., sono loro che in alcuni momenti aiutano a stancarci fisicamente ma che aprono il nostro cuore, con i loro sorrisi e con la loro voglia di vivere.

Con Simone e Michele abbiamo sistemato i mattoni avanzati dalla costruzione del nuovo muro, con Benedetta, Alessandro, Cristina, Lilli e soprattutto L., abbiamo preparato il pranzo, mentre gli altri facevano prove di canto con i bimbi in vista dei battesimi e comunioni di domani; poi con Titti, Michele, Francesca, Roberto abbiamo fatto una chiacchierata/condivisione con Judith, donna dal carisma eccezionale, dal cuore enorme: è la mamma di questi bimbi e non solo, è colei che vive per il CAEF, è una nuova persona che incontro che mi infonde speranza, in poche parole è una donna straordinaria, l'ennesima che ho incontrato in questo mese.

Dopo il pranzo Alessandro ci ha dato delle domande che ci servissero come traccia per il momento centrale di questa giornata, il momento della condivisione finale. Abbiamo avuto un tempo per rilassarci e per iniziare ad entrare nel tempo di condivisione: ad esempio con Cristina, Francesca e Michele siamo andati a fare una passeggiata. A me è servito per riuscire a smaltire un po' del mio mal di testa.

Il momento di condivisione è stato importante, ci ha dato modo non solo di fare il punto su come stiamo ma di condividere quello che il campo ci ha dato, ci sta lasciando, cosa ci porteremo a casa. La condivisione per me è da sempre un momento importante, da ormai 14 anni, da quando a Bologna sono entrato in contatto con i gesuiti. Non è mai facile condividere quello che si sente, ancora di più con persone che si conoscono poco. La potenza di questo campo è che spesso si superano paure e limiti anche solamente perché si è qui, perché le vite di noi volontari intrecciano quella che qui scorre normalmente, perché il contatto con la "Casa De Tuty" fa miracoli come dice Judith.

Durante la condivisione ognuno di noi ha donato un pezzettino importante di sé agli altri, ognuno ha accolto a modo suo questo dono. Le lacrime, la consapevolezza di sé, la bellezza, la voglia di mettersi in gioco, di essere parte di questa avventura così arricchente fino in fondo, sono venute fuori e hanno fatto la differenza. Oggi siamo ancora più gruppo, siamo più consapevoli di quello che abbiamo dato, di quello che possiamo dare, ancora di più di ciò che abbiamo ricevuto.

A cena abbiamo fatto la seconda spaghettata di questo campo: un po' di Italia serviva, manca un po' a tutti :-)

Mentre scrivo ci rilassiamo tutti a gruppetti, chi gioca a carte, chi chiacchiera, chi guarda insieme degli spezzoni di film.

Alla fine di questa giornata, sono infinitamente grato per la scelta che ho fatto di esserci. Sono grato per questi compagni di viaggio, per chi ha organizzato il campo, per Benedetta e Simone, responsabili di quest'anno, per Titti e la CDP, per chi ha creato questa struttura e la porta avanti perché è la sua vita.

Judith dice che qui accadono miracoli, io ho visto con i miei occhi che è vero.

Domenico (Bologna)


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