La giornata di oggi si è riempita di sorrisi e cose da fare, proprio come il nostro muro blu, così ben raccontato da Cristina ieri, si è riempito di pesciolini. La mattinata parte dolcemente, tutti abbiamo i nostri compiti e obiettivi da raggiungere.
La tripletta iniziale è sempre la stessa: sveglia di vociare di bambini-caffè-pane e marmellata (purtroppo devo dire ai più affezionati che il pan con palta quest’anno non è un’opzione causa inflazione).
Il team relazioni internazionali incontra un gruppo di direttori di altri CAR (centro di accoglienza residenziale, come la casa famiglia in cui siamo) per confrontarsi su difficoltà e spunti di crescita, ma soprattutto “per cambiare le leggi peruviane" cit. Padrecito.
Il team pittura cresce e si differenzia: troviamo Simo a testa in giù dal tetto per scrostare l’ultimo intonaco, altri a dare un’ultima mano di giallo al primo patio e altri ancora a colorare i pesci Nemo, Doris (versione spagnola di Dory) e Perla, deliziosamente disegnati ieri da Giuliana, capomastro dei murales. La nostra artista ha anche iniziato il murales del Piccolo Principe, che dà il cambio della guardia ai bambini sperduti che da anni abbellivano il muretto sotto la cucina.
In tutto questo ci sono anche i bambini che vanno a scuola al pomeriggio e quindi un altro team parte con i compiti e potenziamenti vari.
Ultimo, ma assolutamente non per importanza, c’è Roberto, che vediamo in piedi sull’isola in cucina per sgrassare la cappa, che è tornata a splendere.
In questo turbine io mi muovo costantemente, inizio aiutando G. a districarsi nella comprensione di un testo su cosa fare in caso di terremoto e, con tutti i movimenti e la confusione dei compagni di salon, iniziamo ad immedesimarci sempre di più. Non ci resta che, così come abbiamo imparato, rifugiarci in una zona sicura e il nostro luogo di calma è quell’angolo blu di casa. Insieme ai bambini del gruppo, iniziamo a immaginare e disegnare il proprio pesce e, mano a mano, la parete si cosparge di colorate creature marine. La potenza del mare è talmente alta che coinvolge tutti quelli che vi si avvicinano e così ci ritroviamo a condividere i pennelli con gli educatori, gli ex ragazzi del CAEF che anche oggi sono tornati a trovarci e tutti i bambini che, a scaglioni, rientrano dalla mattinata di scuola.
A pranzo mi siedo vicino ad A., che voleva sentire un’altra volta la storia della buonanotte che gli ho raccontato ieri sera, La nariz que se fue. Trascorriamo il pasto così, tra nasi che scappano e ritornano, patate e riso che si mescolano e atterrano un po’ in bocca e un po’ a terra, e piccoli baci volanti.
Il pomeriggio ricomincia e vivo la casa abitata solo dai bambini più piccoli, perché quelli grandi sono all’importante match calcistico Italia-Perù. I lettori saranno orgogliosi di sapere che finalmente ce la siamo portata a casa, forse perché alcuni degli sfidanti hanno giocato scalzi, ma soprattutto grazie alla tripletta di Lucia e al famoso TikiTaka italiano che ha annichilito la difesa peruviana. La maggior esperienza dei volontari italiani ha avuto la meglio sulla gioventù peruviana, però appena usciti dal campo sono arrivati tutti gli acciacchi.
Interrompo gli ultimi dettagli di Nemo perché sento Y. chiamare “Enedeta”, chiedendomi di aiutarla a creare il suo pesciolino. Pitturando insieme ci godiamo questo momento di concentrazione e tranquillità, accompagnate dalle voci più o meno melodiose che provengono dal patio di dietro, nella ormai quotidiana prova dei canti.
Per concludere la giornata, un Alessandro ispiratissimo ci chiede di pensare quale pesce ci sentiamo e in quale mare nuotiamo; io mi sento un pesce tropicale nel mare caldo e accogliente di questa casa che sono tornata ad abitare, con grande gioia, dopo sei anni.
Beni (Torino, quarto campo)
Ps. Dieci minuti dopo aver finito di scrivere sono andata verso la camera per dormire e ho visto del fumo salire dal campo di fronte casa. Tra secchi di sabbia e secchi di Secchia, dei temerari pompieri italiani hanno spento il fuoco, probabilmente di spazzatura, e ci permettono di andare a dormire sereni. In questo luogo non sai mai cosa ti aspetta.