Dia 21

Donare, uno di quei verbi da lasciare all'infinito.


Il gruppo durante questa mattina si è diviso: tra chi è andato a donare il sangue, chi ha svolto le attività di formazione e musica in casa e chi ha partecipato insieme ai bambini alla parata organizzata dalla scuola. 


Oggi alle 7 del mattino, mentre i bambini finivano la loro colazione, io e altri volontari ci siamo incamminati verso la Panamericana per salire insieme ai pendolari di queste terre sul pulmino che ci avrebbe portati a donare il nostro sangue al popolo peruviano. 

Davanti ai cancelli dell’ospedale della zona le infermiere aspettavano qualcosa di caldo alle bancarelle prima di iniziare il loro turno mentre i pazienti si iniziavano a disporre ordinatamente nelle loro interminabili linee. Arrivano a chiamare noi occidentali, indossiamo quelle mascherine ormai note che ci tolgono l’aria ed andiamo così a compiere il nostro dovere di esseri umani. Il calore dei dottori e degli assistenti irradia i nostri corpi freddi. La curiosità e forse la stima per il nostro operato tanto prezioso illuminano i loro occhi. 

Dopo i primi controlli veniamo disposti sulle poltrone da cui sarebbe sgorgata la speranza. Il sorriso ci accompagna e le foto immortalano l’errore di un entusiasmo collettivo. Le nostre corazze vengono perforate e il nostro sangue inizia a scorrere in quelle sacche che cambieranno la vita a chi vacilla nell’incertezza dell’esistenza. 

Gli allarmi dei sensori iniziano a segnalare il termine dell’operazione… i primi malori iniziano a sentirsi tra alcuni di noi. C’è chi a questo ulteriore taglio nel proprio io affronta i segni di debolezza di un corpo e di uno spirito ormai provati e tra un giro di testa e l’altro invano nascosti sprofonda nell’oscurità del sacrificio. Nel tempo di un sogno gli occhi si riaprono tra le braccia dell’amore di chi con noi affronta queste battaglie per un’idea, per dei valori, per un sogno. La forza dei legami e delle carezze rialza il nostro animo dall’oblio del donarsi. Quell’energia perduta e invisibile torna a insinuarsi per le nostre vene martiri… le figure riassumono i loro bordi e i suoni ritornano normali. 

La chiave della forza dell’umanità sta e starà sempre negli sguardi rubati, nei sorrisi del cuore e nelle risate della vita. Solo con questi ingredienti si potrà aprire la porta del domani.


Matteo 23.08.2024 Roma 


Una giornata che già da subito sembra diversa; le voci dei bambini più alte, agitate, in fermento, e la ragione è il tanto atteso inizio delle “Olimpiadas” con un corteo di tutta la scuola dove i bambini sfilano con magliette colorate e pon pon a seconda della classe di appartenenza. Noi volontari accompagnamo alcuni alla primaria e più tardi quelli dell’infanzia. La parata passa anche fuori la casa: aria di gran festa e i bambini sono felicissimi, tranne alcuni che purtroppo non hanno partecipato perché secondo la scuola la loro condotta non è abbastanza buona da poterlo fare. Allora rimangono lì, dal marciapiede e poi dalla casa sentendo, da lontano, il tutto che passa senza di loro. Il nervosismo è tanto, e come dargli torto. 

La manifestazione si sposta poi nel campo della scuola dove le diverse classi ballano e cantano. Dopo essere stata con i bambini rimasti a casa, vedere quei balli non ha fatto altro che alimentare in me quel senso di rabbia e ingiustizia nei confronti di una scuola che non comprende, non vede o probabilmente preferisce non vedere quello di cui questi bambini hanno realmente bisogno, ossia imparare ad amare, ad essere felice, ma sopratutto di un’altra “possibilità”.


Sabrina 23.08.2024 - Roma

Dopo una mattinata un po' diversa dal solito, nel pomeriggio abbiamo ripreso le nostre attività. 

Oggi mi sento molto serena e finalmente sono giorni in cui provo una sensazione di benessere qui. 

La grande condivisione di ieri sera ci ha donato forti emozioni, ha rafforzato legami e ci ha riempiti di gioia dopo giorni faticosi e molto intensi. 

Penso a quanto sia importante sentirsi valorizzati, tendiamo spesso nella nostra vita frenetica di tutti i giorni a non dire le cose belle che sentiamo nei confronti delle altre persone, ma qui è tutto più semplice e naturale. 

Le parole di Francesca piene di dolcezza e commozione sono state preziose per me, con la sua stretta di mano e il suo abbraccio mi ha dato la forza di affrontare questi ultimi giorni con grande energia, lasciando un po' da parte le mie paure. 

Oggi con il nostro mitico gruppo abbiamo fatto le attività di sport.

Come sempre abbiamo iniziato con il gruppo dei piccolini e con grande sorpresa hanno partecipato a tutte le attività proposte con entusiasmo e partecipazione. 

Poi è arrivato il gruppo dei più scalmanati e hanno scombinato tutta la tranquillità che si era creata.

In questo gruppo c'è R., tra me e lui è nata una connessione particolare e oggi si è creata una magia tra noi. 

R. è un bambino iperattivo, con gli occhi da furbetto, mi ricorda molto Gian Burrasca, io invece sono una persona molto pacata e pacifica, ma sento che qualcosa ci unisce profondamente. 

Lo percepisco quando lo guardo negli occhi, nel suo sguardo vedo qualcosa di speciale che mi connette a lui. 

Un'altra grande gioia della giornata sono stati i picarones come merenda, cucinati con tanto amore da Lily. 

Questa sera a cena avevo un posto libero davanti a me, c'era un bicchiere di vetro quindi era un posto destinato ad un volontario perché i bambini usano i bicchieri di plastica. 

Dopo poco è arrivato R., ha subito cambiato il bicchiere di vetro con uno di plastica e sorridendo si è seduto di fronte a me.

È stata un'emozione immensa e durante la cena lo guardavo con grande gioia, con le sue espressioni buffe mi ha fatto sorridere durante tutta la cena. 

Finita la cena, con il mio gruppo, abbiamo lavato tutti i piatti e poi abbiamo fatto la condivisione. 

La serata si è conclusa con i saluti di Alessandro e Martina perché questa notte partono. 

Mancherà tantissimo la loro presenza durante questi ultimi giorni. 


Alice 23.08.2024 Trento


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