Dia 17

Dia 17: Lunedì che non sa di lunedì

Dopo il weekend ricomincia la settimana con tutta la energia e la forza che solo questa casa sa dare. La mia inizia molto presto con la sveglia alle 6:30 per accompagnare i bambini della primaria a scuola. È un momento che mi piace trascorrere con loro poiché al contrario di quello che vivo in Italia, essendo un’insegnante, mi trovo sempre dall’altra parte, non li aspetto in classe ma passeggio con loro, mano nella mano, li saluto e gli auguro buona giornata con abbracci che sanno di “ci vediamo dopo”. Mi piace pensare che sanno che ci saremo ancora quando escono ma allo stesso tempo non posso fare a meno di pensare al momento in cui andremo via e questa “nuova abitudine” per loro non ci sarà più. 


La prima parte della mattinata passa tra la condivisione, la colazione e con la progettazione delle attività con il mio gruppo “academico” grazie al quale il mio lavoro qui non sarebbe stato lo stesso. Proprio con loro iniziamo il lavoro di potenziamento con alcuni dei bambini che necessitano di maggiore attenzione dal punto di vista scolastico; con la Profesoras Elisabetta  e Martina andiamo a prendere i ragazzi qualche ora prima dell’uscita, proprio per avere più tempo per lavorare tranquillamente uno ad uno.


Questo mi da l’opportunità di vedere le tante differenze con la scuola italiana, ma soprattutto le contraddizioni per quanto riguarda l’idea di inclusione che di certo non può essermi indifferente e che di cui sicuramente farò tesoro per il mio lavoro. Tanti sono i dubbi e le domande che mi vengono in mente, anche nel pomeriggio, durante il quale svolgiamo i diversi laboratori e io mi occupo di far fare i compiti a tutti i bambini della casa; il lavoro è diverso, i bambini sono diversi, le loro necessità sono diverse, il loro bisogno di amore e attenzione incontenibile e tutto quello che posso fare è continuare a dare tutta me stessa nel cercare la strategia giusta, l’attività più divertente possibile e che catturi la loro attenzione per fare in modo che tutte le parole, i gesti e gli sguardi possano lasciare loro qualcosa nel futuro e (magari) per sempre.

Sabrina (Roma) 18.08.2024



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