Dia 15 - un mercoledi da leoni selvaggi!

Dopo più di una settimana di attività e laboratori quotidiani per i ragazzi arriva finalmente una meritata giornata di svago e relax in piscina. Ad ospitare gli abitanti della casa de Tuty, gli operatori e noi volontari è un complesso molto carino. La struttura molto semplice ma allo stesso tempo accogliente consiste di un ampio campo in erba con tanto di porte da calcetto, due piscine, un’area relax ed un’altra adibita a barbecue (sempre che lo si porti da casa ovviamente J.), molto piacevole anche il torrente di acqua fresca che costeggia i tavolini da picnic.

La giornata comincia presto con la solita preghiera mattutina e la preparazione dei pranzi al sacco.

Come era ovviamente prevedibile la partenza in pullman, inizialmente programmata per le 8.30, viene ritardata di un’oretta a causa del solito motivo, ovvero: “il non si sa bene cosa” a cui ormai siamo tutti abituati ed anzi al quale personalmente penso proprio di non poter più fare a meno.

Dopo aver caricato le vettovaglie e l’attrezzatura sul mezzo, cerchiamo anche di far salire adulti e bambini sperando in una parvenza di semplicità e logicità che puntualmente ci viene negata per la solita motivazione (vedi sopra). Quindi, dopo avere fatto scendere e salire tutti dal pullman almeno un paio di volte, riusciamo a partire contenti e felici verso la nostra destinazione.

Una volta arrivati ci si apre lo scenario già descritto in precedenza, i sorrisi dei nostri ragazzi si allargano alla vista delle piscine e l’eccitazione inizia a farsi largo nella truppa.

Prima di poter usufruire dei tanti agognati specchi d’acqua però ci troviamo ad affrontare con “estrema competitività” i giochi a squadre preparatici dalle migliori menti ludiche del nostro team.

La mia squadra non brilla certamente per la competitività ma sicuramente per il coraggio e la fierezza d’animo tanto che decidiamo di porre al nostro team un nome esemplificativo “I leoni selvaggi”.

Ragazzi e volontari si trovano così ad affrontare una serie di sfide di estrema difficoltà alle quali solo i migliori partecipanti ai giochi della gioventù potrebbero sperare di sopravvivere indenni.

Entusiasmanti corse con le spugne per riempire i secchi d’acqua si alternano sfide mozzafiato a rubabandiera e passaggi di palla con pronuncia di parole in ordine alfabetico. Le squadre sono agguerrite ed i ragazzi concentrati (o forse no), tanto che la competizione si fa così dura da necessitare un cooling break al sapore di torta al cioccolato e mela verde. Nonostante l’impegno di tutti e tutto il sudore versato da ogni singolo partecipante, alla fine dei giochi purtroppo la classifica parla chiaro: La mia squadra si classifica ultima.

A rinfrancarci lo spirito arriva però il pranzo e tra un hot dog ed un bicchiere di Coca-cola ci si scorda della delusione e delle fatiche mattutine, come spesso accade il cibo ha rappresentato la migliore consolazione.

Scommetto che ognuno di voi lettori si ricorda della famosissima regola delle tre ore di pausa da rispettare prima di gettarsi in acqua dopo i pasti. Sono altrettanto sicuro che tutti abbiano considerato questa finestra temporale un po’ troppo lunga. Beh ecco, qualsiasi sia il vostro pensiero su questa regola non scritta di saggezza popolare, potete tranquillamente rinnegarlo e dimenticarlo in Perù. Come nella stanza dello spirito e del tempo dei fumetti di Dragon Ball, in questo magico paese il tempo si dilata e si accorcia a seconda delle necessità, perciò appesantiti dagli innumerevoli panini ci troviamo in un batter d’occhio a sguazzare in una piscina di acqua fredda, e come se il processo digestivo fosse solo un consiglio iniziamo a nuotare ed a scalmanarci nelle gelide acque.

I ragazzi sono divisi nelle piscine a seconda delle età, io mi ritrovo coi più grandi nella vasca più profonda. Inizio a dare lezioni di nuoto senza averne alcun diritto ma vedo che i ragazzi sono interessati e mi seguono. In particolare, B. e G. sembrano voler bruciare le tappe e diventare nuotatrici professioniste alla prima apparizione in acqua. E ci sarebbero anche riuscite se non avessero dimenticato un piccolo ma necessario dettaglio della nuotata, ovvero la respirazione. Comunque, l’entusiasmo e la voglia di ognuno/a di sentirsi a proprio agio nell’acqua è palpabile ed alla fine del tempo concesso per il bagno il risultato è di due brevetti assegnati ed un primo posto alla gara di tuffi per M. (unico partecipante).

La giornata si prolunga poi con i giochi che gli animatori del Caef avevano preparato per noi Italiani, con l’intento di farci sentire in imbarazzo. Siamo così divisi in due squadre ed al termine dei tre giochi la mia squadra “sorprendentemente” conquista il ruolo di perdente. Ci toccano così varie penitenze, tra le quali c’è da sottolineare la deglutizione di un biscotto al dentifricio e lo scontro frontale del nostro amato Padre Alessandro con un uovo di gallina che però sicuramente sarà stato fresco di giornata.

A chiudere il tutto una bella partita di calcetto tutti contro tutti in stile favelas a Rio de Janeiro che non ci sta mai male, con spunti interessanti sulla fascia da parte di Y. e Antonino e calci alle caviglie costanti e martellanti di L. a chiunque avesse la velleità di portare la palla per più di tre secondi.

Riguardo a me…

Cosa posso chiedere di più dalla vita se non un altro bel mercoledì da Leoni selvaggi?

Francesco (Roma)


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