Sono di nuovo Michele di Bologna. Oggi racconto brevemente le memorie della
mia giornata odierna, soprattutto la mattinata che è stata particolarmente
movimentata dopo un imprevisto accaduto a inizio giornata.
Parto col ricordarvi che il nostro campo è una grande esperienza
“antropologica” dove si incontrano e sperimentano realmente le diversità, le
varie doti dei partecipanti, sia nelle attività in comune con i bambini sia
nella vita di gruppo, in particolare nelle camere dove si dorme insieme.
È proprio qui che in questi giorni abbiamo avuto modo di apprezzare il talento
compositivo di alcuni partecipanti appassionati di sinfonia notturna
(cosiddetta “russo”) che durante la notte si esibiscono in improvvisazioni
appassionate e molto coinvolgenti.
A chi non gradisce tale talento compositivo non rimane che ricorrere a
strumenti di protezione, come i tappi auricolari. L’industria parafarmaceutica
moderna ha fatto passi da giganti negli ultimi anni in questo settore!
È proprio uno di questi tappi auricolari in silicone, applicato durante la
notte, che si è spezzato al mattino durante la sua rimozione, rimanendone una
parte dentro l’orecchio più interno.
Alla mattina la sensazione che avevo era di sentirci solo con un orecchio.
“Houston abbiamo un problema“ mi è passato per la testa e durante la colazione
ho iniziato a spargere la voce del problema che avevo per chiedere aiuto. Titti
si è fatta subito in quattro e nel giro di poco mi sono sentito dire “preparati
che andiamo alla clinica”.
Velocemente ho raccolto il necessario per partire, sono uscito ed ho incontrato
Titti ed il taxi pronto a portarci alla clinica a Trujillo.
All’arrivo alla clinica ci ha accolto la reception del ”pronto” soccorso. Titti
ha spiegato qual’ era il problema che tenevo all’orecchio. A quel punto è
scattata una serie di controlli che non sembravano centrare molto con il mio
problema ma che ho preso come una particolare premura della sanità peruviana
per le mie condizioni fisiche. Infatti mi hanno controllato la temperatura,
l’ossigenazione, la pressione, il peso e l’altezza.
Siamo poi stati trasferiti in un box interno della sezione del pronto soccorso
dove ci è stato detto che entro 40 minuti sarebbe arrivato l’otorino. L’attesa
si è dilatata ad oltre un’ora ed in quel tempo abbiamo visto sfilare numerosi e
svariati personaggi che popolano quotidianamente le corsie di quella clinica.
Judith, la directora del Caef, è stata carinissima ed è passata a sincerarsi
delle mie condizioni.
Come dicevo poco fa, dopo un’oretta abbondante è arrivata l’otorino. Era una
giovane dottoressa che non portava il classico camice bianco ma aveva con se
una borsa di pelle particolarmente colorata da cui ha estratto una specie
di astuccio metallico pieno di svariati strumenti medici. Tra questi ha scelto
quello più idoneo alla mia situazione, dopo aver verificato meglio la
situazione del mio orecchio.
In pochi minuti ha risolto la mia situazione liberando il mio orecchio.
Alla fine sono state sbrigate le questioni più burocratiche per poi uscire
dalla clinica.
A quel punto ci siamo presi la libertà per una veloce sosta ad un baretto vicino…proprio ci voleva!
Avevo proprio bisogno di un caffè americano per ricaricarmi: mi hanno
servito una tazza di acqua bollente con a fianco una boccetta di vetro chiusa e
contenente un concentrato di caffè tipico peruviano da diluire nella tazza.
A quel punto ho afferrato la boccetta e ne ho estratto il tappo. Subito è
partita una risata di Titti e sul momento non capivo il perché. Guardando bene
mi sono accorto che nonostante avessi estratto il tappo di vetro, una parte di
plastica era rimasta incastrata nella boccetta e non voleva uscire. Alla fine
mi sono messo anch’io io a ridere per la sensazione di déjà-vu provata.
Credo che quella risata e gli abbracci ricevuti poi al ritorno al Caef siano stati un sorriso di sottofondo che mi è rimasto e mi ha fatto bene in questa giornata così movimentata.
Una volta arrivato al Caef ho riabbracciato i bimbi e mi sono re-immerso nella quotidianità di questa casa, c'erano alcuni volontari che facevano l'inventario di tutte le donazioni dei medicinali che sono arrivate dall'Italia...
...chi svolgeva le attività con i bambini...
...chi creava scatole...
...chi è andato dal dentista...
Il momento conclusivo della giornata, in cui si è svolta la messa è stato molto bello perchè non solo ha coinvolto e radunato i bambini della casa, ma è stato anche un punto di contatto con le attività che erano state svolte oggi.
Insomma, è stata decisamente una giornata movimentata!
Michele (Bologna)