Dia 14 - un inizio di giornata inaspettato

Sono di nuovo Michele di Bologna. Oggi racconto brevemente le memorie della mia giornata odierna, soprattutto la mattinata che è stata particolarmente movimentata dopo un imprevisto accaduto a inizio giornata.
Parto col ricordarvi che il nostro campo è una grande esperienza “antropologica” dove si incontrano e sperimentano realmente le diversità, le varie doti dei partecipanti, sia nelle attività in comune con i bambini sia nella vita di gruppo, in particolare nelle camere dove si dorme insieme.
È proprio qui che in questi giorni abbiamo avuto modo di apprezzare il talento compositivo di alcuni partecipanti appassionati di sinfonia notturna (cosiddetta “russo”) che durante la notte si esibiscono in improvvisazioni appassionate e molto coinvolgenti.
A chi non gradisce tale talento compositivo non rimane che ricorrere a strumenti di protezione, come i tappi auricolari. L’industria parafarmaceutica moderna ha fatto passi da giganti negli ultimi anni in questo settore!
È proprio uno di questi tappi auricolari in silicone, applicato durante la notte, che si è spezzato al mattino durante la sua rimozione, rimanendone una parte dentro l’orecchio più interno.
Alla mattina la sensazione che avevo era di sentirci solo con un orecchio. “Houston abbiamo un problema“ mi è passato per la testa e durante la colazione ho iniziato a spargere la voce del problema che avevo per chiedere aiuto. Titti si è fatta subito in quattro e nel giro di poco mi sono sentito dire “preparati che andiamo alla clinica”.
Velocemente ho raccolto il necessario per partire, sono uscito ed ho incontrato Titti ed il taxi pronto a portarci alla clinica a Trujillo.
All’arrivo alla clinica ci ha accolto la reception del ”pronto” soccorso. Titti ha spiegato qual’ era il problema che tenevo all’orecchio. A quel punto è scattata una serie di controlli che non sembravano centrare molto con il mio problema ma che ho preso come una particolare premura della sanità peruviana per le mie condizioni fisiche. Infatti mi hanno controllato la temperatura, l’ossigenazione, la pressione, il peso e l’altezza.
Siamo poi stati trasferiti in un box interno della sezione del pronto soccorso dove ci è stato detto che entro 40 minuti sarebbe arrivato l’otorino. L’attesa si è dilatata ad oltre un’ora ed in quel tempo abbiamo visto sfilare numerosi e svariati personaggi che popolano quotidianamente le corsie di quella clinica.
Judith, la directora del Caef, è stata carinissima ed è passata a sincerarsi delle mie condizioni.
Come dicevo poco fa, dopo un’oretta abbondante è arrivata l’otorino. Era una giovane dottoressa che non portava il classico camice bianco ma aveva con se una borsa di pelle particolarmente colorata  da cui ha estratto una specie di astuccio metallico pieno di svariati strumenti medici. Tra questi ha scelto quello più idoneo alla mia situazione, dopo aver verificato meglio la situazione del mio orecchio.
In pochi minuti ha risolto la mia situazione liberando il mio orecchio.
Alla fine sono state sbrigate le questioni più burocratiche per poi uscire dalla clinica.

A quel punto ci siamo presi la libertà per una veloce sosta ad un baretto vicino…proprio ci voleva!

Avevo proprio bisogno di un caffè americano per ricaricarmi: mi hanno servito una tazza di acqua bollente con a fianco una boccetta di vetro chiusa e contenente un concentrato di caffè tipico peruviano da diluire nella tazza.
A quel punto ho afferrato la boccetta e ne ho estratto il tappo. Subito è partita una risata di Titti e sul momento non capivo il perché. Guardando bene mi sono accorto che nonostante avessi estratto il tappo di vetro, una parte di plastica era rimasta incastrata nella boccetta e non voleva uscire. Alla fine mi sono messo anch’io io a ridere per la sensazione di déjà-vu provata.

Credo che quella risata e gli abbracci ricevuti poi al ritorno al Caef siano stati un sorriso di sottofondo che mi è rimasto e mi ha fatto bene in questa giornata così movimentata.

Una volta arrivato al Caef ho riabbracciato i bimbi e mi sono re-immerso nella quotidianità di questa casa, c'erano alcuni volontari che facevano l'inventario di tutte le donazioni dei medicinali che sono arrivate dall'Italia...

...chi svolgeva le attività con i bambini...

...chi creava scatole...

 

...chi è andato dal dentista...

Il momento conclusivo della giornata, in cui si è svolta la messa è stato molto bello perchè non solo ha coinvolto e radunato i bambini della casa, ma è stato anche un punto di contatto con le attività che erano state svolte oggi.

Insomma, è stata decisamente una giornata movimentata!

Michele (Bologna)


Accedi per lasciare un commento