Dia 19

Un día a la vez 

È finalmente arrivato il gran giorno, quello che mai avrei pensato di vivere tanti anni fa; ma facciamo un passo indietro.

Ieri è stata una giornata carica di emozioni: l’arrivo di Ambra, la colazione tutti insieme a casa di Mary che ha iniziato a far sentire il sentimento di gioia per cui ci siamo radunati: il matrimonio di Osver.

Guardavo tutta la famiglia interagire tra di loro, era come guardare un film ma con la sensazione di farne parte e di sentirmi un tassellino di tutta questa felicità. E poi stare di nuovo insieme dopo 11 anni al Caef ha reso ancora più magico questo momento. 

La sera abbiamo cenato tutti insieme in centro per salutare Luca. In realtà oggi la mia giornata è iniziata molto presto perché ho aspettato Pedro che verso le 4.40 ha portato Luca in aeroporto; un ultimo abbraccio intenso nonostante la stanchezza ha sottolineato ancora una volta il segno che Luca ha lasciato nella casa e nei cuori di tutti noi. Poi di nuovo a letto per riposare e sentirsi carichi per affrontare una giornata dal sapore di festa, gioia, riscatto, forza, caparbietà, coronamento di un percorso.

La mattina per me è iniziata con un poco di malessere; forse stanchezza, freddo e un poco di tensione mi hanno scombussolata, per questo son rimasta nella mia camera a riposare. Mentre sono nel mio letto, sento le voci dei bambini che giocano, cantano “l’isola che non c’è “ e mi fanno compagnia. Me li immagino nel patio, in cerchio che cantano orgogliosi pensando un poco a Luca e penso a come sarebbe felice di ascoltarli, proprio come me. 

A fine mattinata le strade mia, di Marti, Ale e Simo si son divise: i volontari hanno iniziato un meritatissimo riposo con un pranzo dalla signora Pina caratterizzato da balli e canti per poi proseguire alla tanto agognata visita alla Huaca del Sol y de la Luna; mentre noi abbiamo iniziato i preparativi del matrimonio a casa di Ambra, dove Eva ed Emanuele ci hanno accolto con un sorriso bellissimo e dei vestiti elegantissimi. Abbiamo completato i nostri biglietti di auguri e cominciato il momento “trucco e parrucco”. 

E da quel momento in poi la giornata si è trasformata in un grande sogno, in cui tutti noi abbiamo indossato abiti che ci facevano sentire principi e principesse e ci siamo dedicati un momento in cui sembrava che il tempo si fosse fermato ad anni fa ma in cui percepivo tutta la strada che abbiamo fatto e in ogni particella del mio corpo sentivo l’amore di questa famiglia di cui anch’io sono una parte. 

      

Ci siamo trovati come in una favola in una villa illuminata a festa in cui ognuno di noi aveva il suo posto. Piano piano sono arrivate tutte le persone che in questi anni hanno lasciato un segno profondo nella mia vita: li ho abbracciati uno per uno, mi sentivo vibrare dall’emozione. Poi è arrivato il momento dell’ingresso degli sposi: Osver era lì che aspettava la donna che ama con gli occhi colmi di lacrime; noi tutti sentivamo che ogni lacrima che solcava il suo viso era uno sciogliere un dolore per lasciare spazio ad un amore e una felicità desiderata, combattuta e finalmente raggiunta. Piangevamo tutti ma, dopo tanto tempo e tanto dolore, finalmente piangevamo di felicità per essere lì anche con le persone che non c’erano fisicamente. 

Mi son presa il tempo di stare seduta ad osservare tutti: le sorelle Melendez che ballavano spensierate con i loro mariti, la famiglia di Marita che mi è parsa così orgogliosa della loro giovane donna, gli operatori del Caef che si lasciavano andare a grandi risate ma sono stata ipnotizzata per gran parte della serata a guardare non solo Osver ma anche Kevin. Sapevo che sarebbe stato il testimone di Osver ma non immaginavo che mi sarei così emozionata nel rivederlo. Anche lui si sposerà a febbraio; ed era lì con la sua fidanzata, sorridente, felice che ballava e negli occhi la stessa luce di Osver. Vederli diventare due uomini che hanno conquistato e trovato la loro strada nella vita mi ha reso talmente felice che anche adesso il mio viso si riempie di lacrime. Sarei stata tutta la notte a guardarli ridere come facevano da bambini, ballare e sorriderci come se ancora fossimo al Caef a vivere tutti insieme. Ero talmente felice che ho desiderato ardentemente una foto con loro; avrei voluto che quel momento non finisse mai. 

Sono immensamente grata di far parte di questa famiglia, sono profondamente orgogliosa di ciò che Osver ha raggiunto e di come abbia saputo cogliere tutte le opportunità che la vita gli ha dato da un certo momento in poi. Lui è la prima persona che mi ha insegnato qual è la magia del Caef, cosa significa farsi attraversare dal dolore per lasciarlo andare e potersi cancellare le cicatrici che la vita ti imprime. Vedere lui e Mary lasciarsi andare ad un pianto liberatorio durante il primo ballo da uomo sposato è stato catartico per tutti noi. Ho sentito che in quel pianto, in quell’abbraccio c’eravamo anche noi: ognuno con le proprie fatiche e le proprie conquiste. Ho sentito più di ogni altra cosa che in quel ballo c’era anche Judith, perché Mami non ha mai smesso di essere con noi in ogni momento di questo cammino e ieri c’era in ogni sguardo, in ogni sorriso e in tutto quell’amore che solo il Caef riesce a creare. 


Titti, 13 campi d’amore in Perù



Quando l'anno scorso Mary mi ha detto che Osver si sarebbe sposato ad agosto, non ho neanche considerato l'idea di non esserci e la cosa più bella è che sono riuscita a farlo con mio marito e i miei bambini. E così 2 giorni fa, dopo un luuuuungo viaggio, siamo arrivati a Trujillo. Per Daniele ed Eva è la seconda volta qui, siamo venuti quando Eva aveva 1 anno per il nostro "viaggio di nozze", per Emanuele invece è la prima volta ed era emozionatissimo di conoscere finalmente la Casa de Tuty, e quelle persone di cui sente parlare praticamente tutti i giorni. 

Quando siamo arrivati al Caef i ragazzi ci hanno accolti cn immenso calore, i bambini come sempre, come se me ne fossi andata il giorno prima e immediatamente ci siamo ritrovati coinvolti nel ritmo della casa: giochi, canzoni, risate.

E poi subito di corsa a provare gli abiti per la cerimonia.

Eh si, perché tanti mesi fa, quando ho confermato la nostra presenza al matrimonio Osver ha chiesto ad Eva e Manu di essere i suoi paggetti e portare gli anelli, ovviamente questo ha caricato di emozione qualcosa che per me era già molto forte, ma soprattutto ci ha fatti sentire ancor di più parte integrante di questa meravigliosa famiglia, come sempre è stato per me. 

E dopo mesi di attesa è arrivato il giorno per Eva di indossare il suo vestito da principessa e per Ema il suo primo smoking. 

Li guardavo farsi le foto con Osver e ripensavo a quanto incredibile sia la vita. 

Mi tornava in mente il visino di Osver 15 anni fa quando con gli occhi pieni di lacrime mi salutava da casa di sua zia al Porvenir, e oggi eccolo qui, bello, felice e realizzato. Lo guardo e ho il cuore colmo di gioia, perché, come ho detto anche a lui, per tutti noi è un grande esempio di forza e tenacia, perché la vita è stata molto dura cn lui, ma non ha mai smesso di crederci, di sfidarsi, di volere di più e ce l ha fatta. 

È arrivato al Caef a 4 anni, con già sulle spalle tanta di quella sofferenza,ma cn Judith al suo fianco e poi cn Mary e Lucho come suoi genitori, Osver è diventato un uomo meraviglioso, forte e pieno di grandi valori. 

Sono immensamente grata alla vita per averlo conosciuto, per aver condiviso con lui tanta tanta strada, e ancora quella che verrà, come la grande famiglia che siamo. 

Guardando i miei compagni a tavola ieri sera, Ale, Martina, e Titti, inevitabilmente ripensavo a i miei vecchi compagni di campo, alcuni dei quali oggi sono componenti speciali nn solo della mia vita, ma ormai anche di quella dei miei bambini. 

Quello che si condivide in Perù crea legami inspiegabili nella vita di tutti i giorni, e pensandoci ieri sera mi sono sentita immensamente grata e orgogliosa, perché quei giovani che eravamo 18/20 anni fa hanno fatto grandi cose insieme. 

E con il cuore abbiamo accompagnato Osver all' altare tutti insieme, lo so, ma quanto mi sarebbe piaciuto avervi tutti li con noi ieri❤️

La festa è stata bellissima, tra fuochi d'artificio, balli, canzoni, trampolieri e anticuchos siamo tornati a casa alle 2.30. 

Stamattina guardo la bomboniera che ci ha lasciato Osver ieri sera che dice: un día a la vez, è la frase che nell'ultimo anno io e Mary ci siamo ripetute tante volte. Un passo per volta, un pezzetto per volta, tra lacrime, sorrisi e abbracci silenziosi sappiamo che Judith è sempre con noi, e ieri è stata la prova della sua forza in questa mondo.  

Mi rimangono pochi giorni qui e non so come dividermi per poter passare un po di tempo con tutti, con la mia Mary, con questi ragazzi meravigliosi...

Devo ammettere che era da tanto che non si vedeva un gruppo cosi bello, compatto, armonioso... sarà per questo che da quando è iniziato questo campo, ripenso tanto a noi (vecchi😅), ai nostri primi campi, all'entusiasmo. E mi viene dal profondo del cuore augurare a questi ragazzi di non perdersi, di tenere stretto il legame che si è creato, sia tra voi che con il caef, perché è prezioso, è vitale ed è una fiamma che se tenuta sempre viva, anche in Italia vi farà stare bene, sempre con il Caef nel cuore, a camminare insieme per il bene di tanti bambini.

Ambra, 18 anni d'amore con il Caef


El dia llegò


Nella Casa de Tuty ci sono stati battesimi, prime comunioni e perfino cresime, ma ancora un matrimonio non avevo avuto l’opportunità di celebrarlo. Il giorno è arrivato: Osver e Marita si sposano oggi! Un giorno atteso da anni non solo dall’anno scorso quando hanno deciso e iniziato a pianificarlo. Osver è un ingegnere industriale cresciuto da bambino al CAEF, Marita è stata volontaria nella casa; si conoscono da almeno dieci anni, stanno insieme dagli ultimi sei e oggi finalmente diranno il loro “sì” per costruire la loro casa sulla Roccia (hanno scelto come Vangelo Matteo 7, 24-29) e condividere la vita.


Per me è stato un’emozione speciale presedere questo rito e vedere da vicino i loro sguardi, le loro espressioni, i loro gesti erano pieni di tenerezza, semplicità e consapevolezza. Ho visto i loro occhi lucidi (e non solo i loro!) pieni di gioia e amore di cui ho percepito tutta la solidità e forza. Marita per Osver è come un albero dalle radici ampie, profonde e ramificate, anzi “dalle mille radici”, un’espressione tipica che significa forza, stabilità, adattabilità e resilienza. Un albero che continua a crescere pieno di vita. Osver per Marita  da tranquillità e serenità come il suono dell’acqua che scorre e forte come il mare. Con lui sente sicurezza e rifugio sereno.

Allarga il cuore questa unione che costruisce un ponte tra famiglie e anche tra comunità cristiane, quella cattolica e quella evangelica (per la prima volta ho celebrato un matrimonio con rito misto!)

E poi è esplosa la festa con musica, balli, buon cibo e …tanti brindisi. È stato davvero bello essere accolti e partecipare come “uno mas” nella grande famiglia di Osver, conosciuta in questi anni al Caef. Volti radiosi, emozionati, felici come anche quelli della famiglia di Marita.


Dopo tanti anni che vengo in Perù al Caef accompagnando, per conto della CdP e della LMS, un gruppo di volontari italiani, sento anche un forte legame con la Casa de Tuty; sento forte l’appartenenza e dunque la responsabilità. Qui davvero l’amore diventa azione perché come dice Ignazio di Loyola negli Esercizi Spirituali, “l’amore sta più nei fatti che nelle parole”.


Dicevo che accompagno un gruppo di giovani volontari… quest’anno davvero molto giovani, pieni di vita, di energia e di entusiasmo.  È una gioia vederli mentre si mettono in gioco, “si sporcano le mani”, si immergono in una realtà di amore e storie difficili che li tocca in profondità.

Sono contento che abbiano potuto venire anche alcuni alunni del collegio di Torino e di Milano (dove abitualmente risiedo e vivo la mia missione di Gesuita).


Qui vedo Dio in azione, con forza e dolcezza, a realizzare piccoli grandi miracoli. Qui vivo in modo speciale la mia vocazione di Compagno di Gesù.


Alessandro Viano sj (Padrecito) decima volta in Perù


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